Direttiva Omnibus

Direttiva omnibus, le novità per gli e-commerce

Il 1 luglio 2023 rappresenta la scadenza per l’Italia per conformarsi alla cosiddetta “Direttiva Omnibus”. Questa direttiva mira a migliorare la trasparenza e la chiarezza nelle relazioni tra venditori e acquirenti.

In questo articolo, esamineremo punto per punto le nuove disposizioni introdotte dalla direttiva per offrire una migliore comprensione.

La Direttiva Omnibus: che cosa cambia dal 1 luglio 2023

Nel 2019, l’Unione Europea ha approvato la Direttiva UE 2019/2161, conosciuta come Direttiva Omnibus, che ha introdotto maggiori protezioni per i consumatori contro le pratiche commerciali scorrette.

La Direttiva si focalizza su tre temi principali:

  1. Trasparenza verso i consumatori, in particolare per quanto riguarda le riduzioni di prezzo, garantendo che le informazioni sulle promozioni siano chiare e comprensibili.
  2. Pratiche commerciali scorrette, in particolare per quanto riguarda la vendita di prodotti che vengono commercializzati come identici a quelli venduti in altri Stati membri, ma che in realtà sono sostanzialmente diversi.
  3. Nuovo sistema di sanzioni, con un aumento del limite massimo delle multe che possono essere applicate in caso di pratiche commerciali scorrette.

In sintesi, la Direttiva Omnibus mira a rafforzare la protezione dei consumatori introducendo norme più rigorose per garantire la trasparenza nelle transazioni commerciali e per prevenire pratiche ingannevoli.

Direttiva Omnibus: nuovi obblighi informativi per gli e-commerce

La Direttiva Omnibus ha introdotto diverse novità riguardanti gli obblighi informativi verso i consumatori. A partire da ora, coloro che vendono online hanno l’obbligo di fornire le seguenti informazioni: l’indirizzo del loro negozio online, l’indirizzo email e il numero di telefono. In precedenza, queste informazioni potevano essere omesse se non disponibili. Inoltre, i venditori digitali devono indicare se il prezzo di vendita è stato personalizzato attraverso un processo decisionale automatizzato.

Per quanto riguarda i servizi e i contenuti digitali, i venditori devono fornire informazioni sulle funzionalità, la compatibilità e l’interoperabilità dei beni acquistati. Devono anche ricordare ai consumatori l‘esistenza di tutte le garanzie legali post-vendita, se applicabili. Queste disposizioni mirano a garantire una maggiore trasparenza e a fornire ai consumatori tutte le informazioni necessarie prima di effettuare un acquisto online.

La normativa è molto estesa e riguarda anche i marketplace e altre pratiche legate a tematiche di vendita online, qui ci focalizziamo sulla tematica più importante che è quella della gestione dei prezzi e degli sconti.

Direttiva Omnibus: la tutela dei consumatori a fronte degli sconti

La Direttiva Omnibus affronta principalmente il tema degli sconti online. Gli annunci di riduzione del prezzo devono ora includere il prezzo più basso applicato nei 30 giorni precedenti allo sconto. Questo impedisce le pratiche tipiche di alcuni venditori che aumentano il prezzo nel momento di fare lo sconto, per dare l’impressione che lo sconto sia più grande di quello effettivo.

Esempio: se il 1° agosto 2023 si comunica una riduzione del prezzo di un prodotto, occorre indicare, insieme al prezzo ridotto, il prezzo più basso applicato al pubblico nel mese di luglio. In altre parole, se nei 30 giorni precedenti all’annuncio dello sconto il prezzo è stato portato da 100 a 120 euro, prima di essere ridotto a 80 euro, il prezzo precedente a cui calcolare lo sconto sarà 100 euro e non 120 euro.

La norma precisa che il prezzo deve essere quello applicato alla maggioranza dei consumatori. Ciò significa che se è stato applicato un prezzo inferiore a una categoria ristretta di clienti (ad esempio, utenti premium o utenti abbonati a un servizio specifico), non è necessario fare riferimento a tale prezzo.

Inoltre, è importante ricordare che le riduzioni di prezzo devono sempre essere accompagnate dall’indicazione della percentuale di sconto.

Alcune variazioni: se il bene è presente sul mercato da meno di 30 giorni?

La Direttiva Omnibus dice che nel caso in cui il prodotto per il quale si intende comunicare uno sconto sia stato messo in vendita da meno di 30 giorni, è necessario indicare anche il periodo di tempo al quale si riferisce il prezzo precedente.

Esempio: il 1 agosto mettete in vendita un bene a 100 euro e il 16 agosto lo riducete a 60, potete comunicare la riduzione rispetto al prezzo precedente ma dovete anche specificare che quest’ultimo si riferisce al periodo dal 1 agosto al 16 agosto.

La Direttiva Omnibus non si applica ai prezzi di lancio, ovvero ai prezzi applicati al momento della vendita iniziale di prodotti, che sono caratterizzati da rialzi successivi.

Esempio: il 1 agosto mettete in vendita un nuovo prodotto al prezzo di lancio di 100 euro, nei giorni successivi lo portate a 150 e il 1 di settembre lo abbassate nuovamente a 100, potete comunicare la riduzione del prezzo facendo riferimento, anziché al prezzo di lancio, al prezzo normale di 150 euro.

Cosa dice la Direttiva Omnibus sulle riduzione progressive di prezzo?

Nel caso in cui la riduzione di prezzo avvenga in modo progressivo e continuo all’interno di una stessa campagna di vendita, le riduzioni successive possono fare riferimento al prezzo di partenza.

Esempio: supponiamo che il 15 agosto si voglia avviare una campagna di ribasso del prezzo per un particolare prodotto. Il prezzo più basso applicato nei 30 giorni precedenti all’inizio della campagna sia di 100 euro. Se, il 15 agosto, si abbassa il prezzo a 80 euro, è possibile comunicare questa riduzione facendo riferimento al prezzo di partenza di 100 euro. Successivamente, se il 1° settembre si riduce ulteriormente il prezzo, portandolo a 60 euro, non sarà necessario fare riferimento al prezzo più basso degli ultimi 30 giorni, che in questo caso sarebbe 80 euro. Si potrà ancora fare riferimento al prezzo iniziale di 100 euro per comunicare lo sconto.

Questa possibilità è concessa solo se i ribassi del prezzo continuano senza interruzioni e nell’ambito della medesima campagna di vendita. Ciò significa che, se fra un ribasso e l’altro il prezzo subisce un aumento, l’eccezione non si applica.

Le gestione delle recensioni secondo la Direttiva Omnibus

Un altro aspetto rilevante della nuova Direttiva Omnibus riguarda le recensioni. L’obiettivo principale della Direttiva Omnibus è contrastare le recensioni false. I commercianti sono tenuti a informare i consumatori se e come garantiscono che tali recensioni siano provenienti da consumatori reali, ossia persone che hanno effettivamente acquistato i prodotti oggetto delle recensioni. Dell’importanza delle recensioni verificate ne abbiamo già parlato qui.

Le nuove sanzioni previste dalla Direttiva Omnibus

Esistono due principali tipologie di sanzioni:

Le sanzioni previste dall’art. 17 bis Codice del Consumo per il mancato rispetto delle regole sulla comunicazione degli sconti che sono abbastanza ridotte: si va infatti da un minimo di 516€ ad un massimo di 3.098€.

Le sanzione per la comunicazione scorretta degli sconti invece può configurare un’attività ingannevole ai sensi dell’art. 21 del Codice del Consumo. La sanzione per questi comportamenti è stata elevata proprio dalla Direttiva Omnibus fino ad un massimo di 10 milioni di euro o del 4% del fatturato annuo.

È fondamentale rispettare le regole previste dalla direttiva al fine di evitare potenziali sanzioni e di garantire una corretta comunicazione commerciale nei confronti dei consumatori.

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